La parola successo cela trame infinite, è pericoloso se gestito male per chi ne gode ma spesso è fonte di invidia per chi guarda da fuori.
Il successo di un amico/a per la riuscita di un traguardo ad esempio, dovrebbe generare gioia, condivisione e speranze collettive invece, nella migliore delle ipotesi, ci si ritrova a combattere contro i sentimenti di invidia.
Per dirla con la scrittrice Maria Beatrice Alonzi :”Le persone che ti vedono cambiare cercano un motivo per dire che eri meglio prima, coloro che ti vedono crescere, trovano catene da legarti per rallentare il processo; più in alto ti percepiscono, più gridano forte per farsi sentire. Ma la gara qual è?”
La gara qual è?
E’ molto vero che ci sono relazioni autentiche dove si è felici per i successi altrui ma l’atteggiamento delle persone non sempre è così lineare. Quando meno ce lo aspettiamo, arriva sottilmente una frase, una critica, oppure una battuta detta con sarcasmo, che nasconde livore, rabbiaproprio da parte di chi abbiamo creduto fosse dalla nostra. Il tratto più spiacevole è che tutto ciò non è mosso da perfetti sconosciuti ma da chi abbiamo intorno: parenti stretti, amicizie, relazioni amorose e questo ci lascia ancora più perplessi.
L’impotenza che sta alla radice dell’invidia e del risentimento è un’impotenza che porta a pensare di non avere imezzi per raggiungere i traguardi raggiunti da altri e/o sapere di non poter mai essere come la persona invidiata. L’invidioso tende ad abbassare l’altro al suo livello di malcontento, brucia nella sua ferita narcisistica e senso d’impotenza.
Ma il successo di uno potrebbe non essere il successo voluto da un altro.. la fatica che si cela dietro quel successo potrebbe non essere sostenuta in egual modo dall’invidioso, su questo l’invidioso difficilmente fa i conti ..
-Nulla sulla Terra consuma un uomo più rapidamente della passione del risentimento. -Friedrich Nietzsche.-
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