“Un’oscurità trasparente”

Brani liberamente tratti dal libro
“Un’oscurità trasparente”
W. STYRON

image_book“Solo pochi giorni prima, avevo dovuto ammettere che soffrivo di una seria malattia di natura depressiva, e che mi stavo dibattendo impotente nei miei tentativi di tenerla a freno.
Fra le molteplici e temibili manifestazioni della malattia, sia fisiche sia psicologiche, uno dei sintomi più universalmente noti è l’insorgere di un senso di avversione per se stessi, una caduta dell’autostima, e io, man mano che il malessere progrediva, ero stato colto da una sensazione crescente d’inutilità.

La depressione è una disfunzione emotiva così misteriosamente dolorosa ed elusiva nel suo modo di farsi conoscere all’Io, o perlomeno all’intelletto raziocinante, da rasentare la totale indescrivibilità. Per questo risulta quasi incomprensibile a chi non l’ha sperimentata nella sua forma estrema, anche se il cattivo umore, le <<lune>> che occasionalmente affliggono le persone possono dare

…Almeno una vaga idea di cosa possa essere la malattia nella sua forma catastrofica. Io però, al tempo di cui scrivo, ero giunto ben al di là di tali familiari, tollerabili paturnie. A Parigi, ora lo so bene, mi ero trovato a uno stadio critico del decorso della malattia, minacciosamente a metà strada fra i vaghi turbamenti che l’avevano annunciata all’inizio dell’estate e l’epilogo quasi violento di dicembre, che avrebbe avuto come esito un ricovero in clinica.

Ero arrivato al punto di poter controllare al dettaglio ogni singola fase delle mie condizioni nel loro deteriorarsi. Avevo accettato la malattia dopo molti mesi di rifiuto durante i quali, da principio, avevo attribuito il malessere, l’inquietudine e gli improvvisi attacchi d’ansia all’astinenza dall’alcol: a giugno di colpo avevo smesso di bere whisky. Via via che il mio stato emotivo peggiorava, mi ero messo a leggere parecchio materiale sul tema della depressione, sia libri destinati a profani sia ben più ponderosi testi professionali.

…La depressione nelle sue forme più avanzate non dispone di un rimedio così efficace: proprio la mancanza di mezzi adeguati ad alleviare la sofferenza è fra i problemi connessi alla malattia quello che mette a più dura prova chi ne è colpito.

Cosa spaventosa a dirsi, il profano che si trovi colpito da una grave forma di depressione, nel momento in cui si azzarda a dare un’occhiata a uno dei molti libri attualmente disponibili sul mercato, trova pagine e pagine di teorie e sintomatologie ma ben poco che si riferisca alla concreta possibilità di un recupero.
La depressione rimane un grande mistero.

La maggior parte delle persone che soffrono di questa malattia si sentono particolarmente a terra al mattino
…Opposto…ero in grado di alzarmi e di vivere in modo quasi normale la prima parte della giornata, cominciavo ad avvertire il destarsi dei sintomi a metà del pomeriggio o appena più tardi: una tetraggine che si addensava dentro, un senso di paura e di alienazione e m soprattutto, un’angoscia soffocante.

Per una forma di riluttanza ad accettare il dato di fatto che la mia mente si stava dissolvendo, nelle settimane precedenti, nonostante lo stato di malessere fosse andato intensificandosi, avevo evitato di ricorrere all’aiuto di uno psichiatra.
…Desideravo soltanto che la giornata passasse in fretta, e non vedevo l’ora di volare in America e precipitarmi nello studio di quel dottore che con le sue medicine miracolose avrebbe fatto piazza pulita di tute le mie sofferenze.

Nell’esporre queste riflessioni, non pretendo affatto che i miei travagli personali costituiscano una rappresentazione verosimile di ciò che accade o può o può accadere ad altri.

La depressione è decisamente troppo complessa perché si possano trarre conclusioni categoriche dall’esperienza di un singolo individuo. Benché come malattia si renda riconoscibile per certe caratteristiche fisse, la depressione rende anche possibili parecchie manifestazioni del tutto individuali.

La depressione affligge direttamente milioni di individui, e indirettamente tutti coloro che sono parenti o amici dei malati.
Cominciai a percepire un vago senso di malessere, come se nell’universo domestico nel quale mi ero trovato fino ad allora perfettamente a mio agio cominciasse a esserci qualcosa di storto, di assurdo.”



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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