La gabbia

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Il racconto di un paziente

 

Azzurro come il colore del cielo che vorresti vedere all’uscita di una galleria…, azzurro come lo stato d’animo con cui vorresti affrontare la vita e i suoi problemi…, azzurro è quel colore che da troppo tempo stai cercando ma non riesci mai a trovare.


Quotidianamente combatti col tuo addome: è lui il “guardiano”, è lui che decide tutto… Hai fatto esami e sei sano come un pesce, hai provato ogni tipo di terapia, ma se pur con alcuni miglioramenti, è ancora lui a dettar legge, hai provato a conviverci o ad ignorarlo e sei andato avanti da solo, ma comunque lui è lì onnipresente.
E’ lui che ti filtra le emozioni, è lui che non ti fa sentire fino in fondo un abbraccio, è lui che talvolta ti blocca quasi completamente in mezzo alla gente, è lui che raccoglie maggiormente le tue tensioni, è lui che decide se avrai ansia ed è sempre lui che quando è più sciolto decide generosamente di regalarti momenti di maggior tranquillità e serenità.
E’ questo incredibile impiego di energie, tra periodi di alti e bassi, che ti impedisce di prenderti definitivamente in mano la tua vita e ne soffri.



E’ quel non definito disagio che ti porti dentro fin da bambino, quel velo di tristezza, di solitudine e di abbandono che immancabilmente ti accompagnano.Hai provato più volte a immergerti nell’abisso per andare a fondo, vederli, toccarli, capirli, ma ogni volta il “guardiano” ti impediva di andare oltre.
E hai rabbia…, una rabbia così forte che ne hai anche paura…, sai perfettamente che se la concentrassi in un pugno e la facessi esplodere, in un solo momento potresti abbattere un ‘ intera montagna.
Rabbia perché non riesci a risolvere definitivamente tutto questo, perché chi ti doveva stare vicino e insegnarti meglio a percorrere la tua vita, prima non ha avuto tempo e poi, quando finalmente era il tuo momento, ha deciso di abbandonarsi definitivamente al suo dolore.Rabbia perché hai fretta, perché senti che stai perdendo tempo e vorresti vivere più a pieno la tua vita.



E rabbia perché c’è anche lui con cui devi fare costantemente i conti. Quel folletto luminoso che è la tua vera natura.. Quello che in fondo sa perfettamente cos’è il bello della vita, quello che in fondo ha le idee più chiare di quanto non pensi, quello che sa e gli piace stare in mezzo alla gente, quello che sa prendere la vita con filosofia
E’ lui che ti ha rischiarato il cammino nei momenti più bui della tua vita, è lui che ti ha dato e continua a darti sempre speranza, è lui che vuole sentire fino in fondo quell’abbraccio, è lui che vede quella casa in mezzo alle colline, un focolare acceso, lei che ti aspetta sull’uscio ed una bimba che gioca felice in giardino con i suoi cani.
E il guardiano lo lascia libero di sognare, a volte di muoversi più facilmente, ma non gli ha mai concesso la più totale e incondizionata libertà di azione. E’ una guerra snervante che stanca, è una bilancia che continua a dondolare da un piatto all’altro senza mai trovare il giusto equilibrio. Ed è forse proprio questo il punto… fino a quando il guardiano ed il folletto vorranno avere uno il sopravvento sull’altro, fino a quando non decideranno di abbassare le proprie armi, di abbracciarsi e di avanzare nella vita insieme, non ci potrà mai essere una vera pace. Ci sarà al massimo un compromesso che durerà poco.
E il cammino verso questa pace, che talvolta mi è sembrato persino di aver sfiorato, mi appare ancora così lungo e snervante…


E se il folletto, con complicità folle e creativa, ruba le chiavi al guardiano? Raccontaci la storia del guardiano che ha perduto potere.

Correrebbe a più non posso per i prati, giocherebbe, canterebbe, saprebbe ridere a crepapelle, come piangere a dirotto, farebbe amicizie e stringerebbe alleanze, prenderebbe quello che davvero gli serve ed il resto lo lascerebbe lì.
Sarebbe sicuro dei suoi sentimenti perché li vive, si metterebbe in gioco con un filo di ironia, scoprirebbe il mondo e darebbe spazio alla sua curiosità. Sarebbe sicuro un po’ ovunque perché in pace con se stesso, apprezzerebbe le sue capacità ed anche i suoi difetti.
Direbbe quello che gli passa per la testa, avrebbe meno peli sulla lingua. Saprebbe difendersi e difendere come saprebbe arrendersi e abbandonarsi quando necessario. Si donerebbe di più alla vita ed alle persone, ma allo stesso tempo si farebbe spallucce degli altri.

E allora corri, azzurro! Corri e vivi, ama, rotolati sui prati e fai spallucce a chi non ti conosce ed è incapace di amare e sa solo criticare. Corri, azzurro!Faccio il tifo per te.Dimmi dove stai arrivando.


Tornando indietro nella notte dei tempi, dove memoria d’uomo non può arrivare , il folletto correva già libero e felice tra i prati …fino a quando un giorno qualcosa cambiò.
Il folletto iniziò ad aver paura di quello che gli stava intorno, di chi lo circondava e forse anche della stessa natura. E così per sentirsi più sicuro e difendersi da se stesso e dagli altri ingaggiò il guardiano. Sì, quello stesso guardiano che col tempo da soldato del folletto divenne il suo stesso carceriere e tiranno.
E nelle notti di luna quando tutto tace si sentono le urla disperate del folletto. E’ lui che urla tutto il suo dolore di anni di prigionia e di controllo… E’ lui, che pur volendo la libertà con tutto il cuore, ne ha ancora un’immensa paura… E’ lui che non sa neppure perché iniziò un tempo ad avere paura di ciò che più desidera.
Il suo animo è lacerato, e forse i suoi tentativi di liberarsi sono stati fino ad ora goffi e poco convincenti.
Ora è stanco e confuso perché non sa più come smettere di avere paura della paura. E il guardiano continua inesorabilmente ad esercitare il suo potere…



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

Il mio studio si trova a Milano in Via Ximenes, 1
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