La funzione paterna

la-depressione-post-partum-colpisce-anche-i-padri_2091Nei primi mesi il rapporto diretto del padre con il bebè è secondario rispetto a quello della madre, ma la qualità della relazione con la propria compagna è fondamentale per consentire alla madre e al bambino di svolgere adeguatamente il proprio compito evolutivo.

 

 

Vediamo ora come può essere interpretata la funzione paterna nella prima infanzia:
Favorire e tutelare la relazione madre-bambino (abitazione  adeguata, sostegno economico, procurare cibo ed altri beni necessari, rappresentare e proteggere il nucleo familiare)
Supporto e contenimento emotivo della madre durante la gravidanza e nel post-partum (funzione antidepressiva)
La funzione paterna come base sicura
Nella prima infanzia un compito fondamentale del padre è quello di favorire le condizioni perché la relazione tra madre e bambino si sviluppi e si mantenga in modo adeguato.
Questo avviene in primo luogo occupandosi di problemi di ordine pratico: garantire una dimora comoda e sicura, procurare il cibo e altri beni necessari, proteggere il nucleo familiare nel rapporto con l’ambiente esterno. Questi compiti sono condivisi dalla maggior parte dei primati.

 

 

Una seconda funzione maschile di straordinaria importanza, per lungo tempo sottovalutata e solo recentemente oggetto di ricerche, è quella di proteggere la propria compagna nei periodi di cambiamento psicofisico in cui è maggiormente esposta a problemi emotivi, particolarmente alla depressione.
Ruolo paterno e funzione antidepressiva
Un momento cruciale è quello relativo alla gravidanza e ai primi mesi dopo il parto, in questo momento le donne sono maggiormente esposte a difficoltà emotive e reazioni di carattere depressivo legate non solo ai mutamenti fisici e ormonali, ma anche ai cambiamenti del proprio ruolo
sessuale femminile di donna e di madre.
La funzione del maschio, in questi casi, è quella di aiutare la propria compagna a superare le difficoltà mantenendo la sofferenza e la problematicità a livelli tollerabili.
Sappiamo, infatti, che durante la gravidanza e nei primi mesi successivi alla nascita del bambino sono frequenti le reazioni emotive di carattere depressivo, che possono andare alla semplice disforia post-partum o maternity blues (un’alterazione transitoria dell’umore che si manifesta nel 60-70% delle puerpere nei giorni immediatamente successivi al parto) fino alle vere e proprie depressioni postpartum.
Le modificazioni corporee dovute alla gravidanza e al parto e i cambiamenti ormonali legati alla montata lattea svolgono sicuramente un ruolo importante nel favorire lo sviluppo di queste reazioni emotive.
In questi momenti, la funzione del maschio sembra essere quella di fornire alla propria compagna supporto emotivo e sicurezza proteggendola da un’eccessiva sofferenza psicologica. Questa funzione antidepressiva può essere interpretata in termini di base sicura.
I padri preoccupati, troppo emotivi o depressi possono, quindi, costituire uno svantaggio per l’equilibrio emotivo della propria compagna e per il buon andamento del rapporto tra madre e bambino .



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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