Società che cambiano, mali che cambiano

Vi potreste chiedere perché mi metto a scrivere di famiglia e società quando i miei interessi e la mia occupazione riguardano il disagio psichico.
E’ vero, i disturbi psicologici sono la mia materia, ma alcuni disturbi sono il prodotto del mondo in cui viviamo, di conseguenza parlare di famiglia e società aiuta a comprendere meglio e perciò curare meglio i mali e le sofferenze, che sono figli di questa nostra società.

 

 

Oggi per esempio sono particolarmente diffusi i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico, le depressioni dovute più a una perdita di senso che ad altre perdite, e diverse forme di dipendenza .

Chiaramente l’elemento soggettivo, il carattere e la personalità dell’individuo sono fondamentali in ogni tipo di disagio, tuttavia possiamo chiederci perché questi disturbi siano così frequenti nella nostra società e nel nostro modello di famiglia e non in altre.

 
Società e Famiglia che va

 
Siamo passati da un mondo pieno di regole e norme da rispettare, pena la condanna e l’esclusione sociale, a un mondo con regole e norme che si possono tranquillamente non osservare perché la pena non c’è più, e se c’è, non conta niente.

Nella famiglia di ieri non si poteva discutere se una determinata norma fosse giusta o no, era così e basta, l’autorità paterna era indiscussa e moglie e figli dovevano sottostare alla sua volontà.
La maggior parte dei giovani rifiutava e si sentiva soffocare da tutte quelle imposizioni che imperavano sia a casa, sia a scuola e nella società in generale.

 
Ai loro occhi erano principi e comandamenti privi di senso, che cercavano di mantenere in vita a tutti i costi un mondo ormai scomparso.

Si sentivano soffocare e avevano il cuore “pieno” dell’intenso desiderio, e della volontà di cambiare quelle regole senza valore e di abbattere tutte quelle inutili limitazioni, volevano conquistare la libertà di fare e dire tutte le cose che avevano dentro e che fermamente credevano più giuste di quelle dei loro padri.

 

 

Tuttavia il vecchio mondo un pregio l’aveva: non si cadeva quasi mai, perché ad ogni angolo c’era un appoggio, un sostegno, che indicava in modo chiaro la via da seguire, dov’era il bene e dov’era il male, il giusto e l’ingiusto.
Questi appoggi erano “la parola” della Chiesa, della Scuola, della Famiglia, dei Partiti, dello Stato, degli uomini di Cultura, parole chiare e trasparenti alle quali “i padri” credevano fermamente mentre “i figli” criticavano duramente e volevano sostituirle con altre, altrettanto chiare, ma completamente diverse.
Siamo passati da un mondo troppo pieno a un mondo troppo vuoto.

 

 

I “perché” della disfatta della famiglia patriarcale.

 
Perché dal punto di vista legale, politico e culturale sono state abolite le differenze tra i sessi e le generazioni, maschi e femmine, giovani e adulti sono stati riconosciuti individui tutti uguali, con gli stessi diritti. E’ così decretata la morte del pater familias e la fine della famiglia patriarcale organizzata in modo gerarchico, è arrivato il tempo della famiglia democratica.
Perché con la scoperta della pillola anticoncezionale il sesso è stato sdoganato dalla procreazione, che smette di essere l’unico o il principale scopo della sessualità.

 
Un’importante conseguenza è stata la libertà sessuale della donna. La sessualità femminile non è più circoscritta al matrimonio, ma oggi le donne come gli uomini hanno relazioni sessuali anche fuori dal matrimonio.
Perché la procreazione si è sdoganata dalla sessualità, con la fecondazione assistita si possono avere figli senza avere rapporti sessuali. La sessualità, libera, si può rivolgere ad altri scopi.
Perché i figli avuti all’interno del matrimonio e fuori dal matrimonio sono percepiti e riconosciuti come uguali.
Perché non c’è differenza nella percezione sociale e soggettiva tra le famiglie di coppie conviventi e quelle di coppie sposate.

 
Perché la diminuzione della fertilità e della prolificità e perciò del rapporto numerico tra genitori e figli ha profondamente trasformato i modi di fare ed essere “genitori” e “figli”.
Perché la coppia con o senza figli, scomparsa la disapprovazione sociale e l’obbligo di restare unita, liberamente si separa quando viene meno l’accordo o subentra un nuovo amore.

 
Perché le separazioni oggi molto frequenti producono la formazione di nuove coppie/famiglie con figli che transitano da una nuova famiglia all’altra e che finiscono per avere più famiglie.
Perché sfumano i confini della famiglia, un tempo ben definiti da chiari rapporti di parentela basati su legami di sangue, oggi sempre più mobili e allargati o ristretti nel caso delle famiglie composte da un solo genitore e figli.
Perché nelle nuove famiglie i legami di sangue contano sempre meno rispetto alle funzioni genitoriali che possono essere assolte da nuovi padri o madri qualora quelli naturali e legali siano carenti.

 
Perché a causa dell’allungamento della vita più generazioni si trovano a coesistere nello stesso arco di tempo. Nelle famiglie infatti è sempre più comune la presenza dei nonni e spesso anche dei bisnonni . Nonni che nei confronti dei nipoti assolvono compiti e funzioni come quelle dei genitori, con una sovrapposizione di ruoli che rende indefiniti e confusi i confini tra generazioni diverse.

 
A tutti questi “perché” possiamo aggiungere la comparsa delle coppie e delle famiglie omosessuali, e della ancora vietata e discussa fecondazione eterologa.
E’perciò davvero inutile rimpiangere la famiglia di un tempo, perché come non può ritornare il passato, così non può ritornare la famiglia di ieri.

 
Società e Famiglia che viene

 
Il problema nel mondo di oggi, è il vuoto, si è sempre sul punto di cadere. I sostegni e gli appoggi di ieri, “la parola” della Chiesa, della Scuola, della Famiglia, dei Partiti, dello Stato, degli uomini di Cultura, che a prima vista sembrano ancora in piedi, si sono svuotati di ogni senso e valore, simulacri sopravvissuti a se stessi, sono fatti di carta velina, appena li tocchi vanno a terra e noi con loro.

 
E’ rimasto il nome, la forma, ma la sostanza si è dispersa, disintegrata, continuano a dire quale è il bene e quale il male, quale il giusto e quale l’ingiusto, ma sono parole al vento che non ascolta più nessuno, aria fritta.
La libertà oggi è qui, ma è una libertà vuota, inutile, perchè non c’è niente da cui desideriamo o vogliamo liberarci, non ci sono catene che ci bloccano, né nuove “parole”sogno/speranza/progetto da affermare e realizzare, e così della libertà non sappiamo che farcene, è un inutile lusso.

 
Perse le “parole-idee” della passione e del desiderio di libertà e cambiamento che un tempo riempivano il cuore, oggi abbiamo le “cose”, centinaia di cose. Possiamo riempirci di cose, di status-symbol, di denaro- potere, di tutto di più.
Nel nostro mondo quasi tutto si può comprare o vendere, quasi tutto è merce. Non si vendono solo cose, oggetti, oggi si può vendere anche ciò che mai prima d’ora era stato in vendita come gli organi, reni, fegati, bambini, “valori”, ideali, come per esempio la “verginità” , un tempo intoccabile tabù, oggi merce più o meno costosa, oppure il “sapere certificato”, come la laurea o il diploma e poi altro e altro ancora…

 
Ma la merce è silente, non possiede le “ parole-idee” che nutrono la mente e il cuore, la merce possiede i costi, i prezzi, ha “le parole-denaro” che non “parlano”, ma “si vedono”, anzi sono fatte per essere guardate.
E così sono le “ cose”, o meglio la firma sulle “cose” che ci rendono individui visibili, firmati, marchiati, identificabili, non le azioni o le idee.

 
La firma è onnipresente, le borse prima di essere borse, sono un nome, i vestiti non sono più di lana o di seta etc., ma di quella firma o quell’altra, anche il cibo è firmato, non si va più a mangiare il pesce o la fiorentina, ma si va da….
Sembriamo tanto evoluti, ma in fondo ci comportiamo come gli uomini delle società primitive che credevano che portare, toccare o avere qualcosa di appartenente a un altro essere umano, animale o naturale, li rendesse simili a questo “altro”, li facesse partecipi della sua natura.

 
Essere visti, guardati, visibili, a quanta più gente è possibile è uno dei grandi miti del nostro tempo. Ma dietro al desiderio di essere visti, non c’è niente , non c’è un motivo, un perché, uno scopo, “voglio essere visto per essere visto”.
Soli, fuori nel mondo, nel vuoto di significati che si riflette dentro, senza alcuna rete di protezione, in cerca di appoggi che si rivelano carta velina, siamo costantemente preda della paura di cadere, della paura di sprofondare nel vuoto.

 
Assolutamente appropriato è il nome che Bauman ha dato alla nostra società, società liquida l’ha chiamata. Quali percorsi-progetti rivolti al futuro, quali prospettive di costruire, è possibile tracciare in un mondo liquido? Nessuno.
La nostra società non ci può offrire alcuna sicurezza o certezza a cui aggrapparci, le zattere sono finite.
Le nostre relazioni di coppia e famigliari sono instabili, spesso fragili, Le reti di amicizie sono mobili, seguono l’onda. Il posto di lavoro, la speranza stessa di trovare un lavoro è diventato un miraggio. Di conseguenza altrettanto incerta e labile e vulnerabile sono la nostra autostima e fiducia in noi stessi.

 
I sogni e le grandi aspettative di un tempo sono stati sostituiti dal panico di “restare indietro”, di “perdere il treno”, di “essere lasciati. La paura è entrata dentro di noi, e una volta dentro si nutre di se stessa, cresce e tinge dei suoi colori la nostra vita d’ogni giorno.

 
I “mali” di oggi

 
Ma dove c’è la paura c’è l’ansia: l’ansia di cadere, l’ansia di non trovare la strada, l’ansia di farcela, l’ansia di essere o di restare soli, l’ansia di riuscire a essere visti, l’ansia di svelare agli altri le nostre paure, l’ansia di essere in grado, l’ansia di sbagliare…..Attacchi di panico, e disturbi d’ansia sono tra i figli preferiti della nostra società.
Accanto a loro un posto d’onore spetta alle dipendenze patologiche, vani ed illusori tentativi di riempire il vuoto che abbiamo dentro, e che identico ritroviamo fuori, perchè fuori c’è solo merce.

 
Ma poichè il vuoto richiede di essere riempito, ci riempiamo di “cose” , facciamo compulsivi e irresistibili acquisti di oggetti privi di senso, perché non ci servono, non ne abbiamo bisogno e neppure li desideriamo, li accumuliamo e subito dimentichiamo.
Non ci servono, ma ci rendono schiavi, s’impadroniscono di noi e della nostra libertà di individui in grado di scegliere e decidere.

 
Internet può diventare una fissazione, un’ossessione che occupa ogni spazio della mente: non si riesce a pensare ad altro se non al momento che, acceso il computer , potremo dimenticarci di noi e attraverso il gioco, il sesso, i social, etc…potremo inventarci un’altra vita, che spesso diventa più reale e importante di quella vera alla quale diventa sempre più difficile dare un senso.
L’alcool e le sostanze più varie dalla cocaina alle pasticche eccitanti o calmanti ci fanno sentire, invece che persi e spaesati, dei super-eroi. Svaniscono ansie e paure e il mondo invece che un abisso che può inghiottirci diventa per poche ore il teatro delle nostre gesta.
Alla fine invece che uomini liberi, liberi da vincoli, regole, imperativi, codici morali di comportamento ed educazione, senza rendercene conto ci trasformiamo in servi, schiavi di noi stessi, che siamo il peggior padrone che ci sia.



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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