Depressione post partum

tristezza2La gravidanza rappresenta un momento unico nella vita di una donna caratterizzata da intensi cambiamenti fisici ed emotivi nell’arco di un breve periodo di tempo. Il parto è un evento emotivamente e fisicamente stravolgente e rappresenta anche il momento, rapidissimo, in cui la donna va incontro a nuove trasformazioni sia per quanto riguarda il suo fisico, sia per quanto riguarda il suo ruolo.
Psicologicamente rappresenta il momento di passaggio definitivo dal ruolo di figlia a quello di madre e il momento in cui per la prima volta la madre vede il proprio figlio vivere fuori ed indipendentemente da lei.

La gravidanza e il parto sono quindi certamente fonte di stress che spesso scatenano nelle neo-mamme una serie di disturbi dell’umore, che qui verranno brevemente considerati.

Depressione e genere
In generale, la depressione ha una prevalenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Studi effettuati in 10 paesi europei e nord americani hanno rilevato che le donne soffrono di depressione dalle due alle tre volte in più rispetto agli uomini.

Depressione e ormoni
Gli episodi depressivi nelle donne tendono a presentarsi con maggiore frequenza in concomitanza di variazioni ormonali significative quali la fase premestruale, la gravidanza, il post-parto e la pre e peri-menopausa. Si può praticamente dire che le variazioni ormonali rappresentano i momenti a rischio per le manifestazioni depressive.
Disturbi peri-natali dell’umore
Al momento della nascita di un figlio la donna desidera essere all’altezza del compito che la aspetta. Vuole essere una buona madre, svolgere il compito che la attende nella maniera migliore, essere felice per la nascita del figlio e non provare per lui alcun sentimento negativo.

La risposta psicologica alla nascita di un figlio è estremamente variabile, dalla gioia alla disperazione e tale difformità è influenzata dalle aspettative della gravidanza che ogni donna ha insite in sè, dalle circostanze sociali in cui vive (aiuto e supporto), dalle aspettative che riversa sulla maternità, dallo stato di salute post-parto.

Il non sentirsi all’altezza del compito che la attende scatena sentimenti di vergogna e colpa, unitamente ad altri sentimenti negativi sfociano nella depressione post-parto

Blues post-parto
E’ un disturbo dell’umore transitorio verosimilmente una concausa di fattori ormonali ed emotivi che si manifesta durante la prima settimana post-parto.

Insorge infatti da 3-5 giorni (spesso in coincidenza con il ritorno a casa) fino a 10 giorni dal parto. Si manifesta maggiormente nelle primipare e in donne di condizione sociale disagiata; altri fattori di rischio sono rappresentati da recenti eventi stressanti e ansia durante la gravidanza.

I sintomi sono irritabilità, labilità umorale e facilità al pianto, sonno disturbato, difficoltà di memoria o concentrazione, pensieri negativi rispetto al bambino.
E’ fondamentale che questi sintomi vengano intercettati e indagati dal personale sanitario (ostetrica, infermiera, medico), il cui compito, nelle forme non gravi è quello di fornire spiegazioni in merito al loro vissuto e rassicurare la paziente.

La prognosi è ottima e i sintomi tendono a regredire velocemente nell’arco di pochi giorni, soprattutto se la donna riceve un adeguato sostegno dall’ambiente familiare nella gestione del piccolo e di sé. La condivisione della nuova esperienza con altre neo-mamme può aiutare a sdrammatizzare e a sentirsi normalmente adeguate nel ruolo che sta sostenendo.

Depressione post-parto
La depressione post-natale ha una prevalenza del 10-20% e vengono ipotizzate cause ormonali e stressor di natura psicosociale. Insorge entro 4-6 settimane, fino a sei mesi dal parto. Mediamente può avere una durata di 4-6 settimane se trattata , altrimenti può persistere fino ad un anno.

Clinicamente la paziente presenta questi sintomi: flessione dell’umore fino ad ideazione suicidaria, ansia, angoscia, anedonia, irritabilità, senso di colpa e di inadeguatezza, colpevolizzazione (non sono una buona madre), insonnia (spesso mascherata dalle poppate notturne), calo dell’appetito e della libido, ridotta capacità di concentrazione e dell’attenzione.

A questo spesso si associa la presenza di eccessiva preoccupazione per la salute del neonato o il non provare sentimenti di amore verso il figlio , fino a pensieri di infanticidio.

E’ importante sottolineare che le pazienti non affermano di sentirsi depresse.

E’ molto importante riuscire a individuare precocemente i sintomi e quindi mettere in atto le strategie terapeutiche necessarie con l’impostazione di adeguate terapie farmacologiche e di supporto psicologico e famigliare (counseling, psicoterapeutiche, psichiatriche, sociali).



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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