Il crimine dell’omosessualità

violenza-psicologica-bullismo1Leggo questa notizia: in Nigeria per la clemenza! del giudice un giovane ventenne accusato di atti omosessuali è stato solo frustato venti volte invece che lapidato come la legge prescrive. Motivo della clemenza il fatto che il “crimine” risaliva a sette anni prima e in seguito non si era più ripetuto.

Dei 56 paesi africani in 38 l’omosessualità è un crimine. Credo sia troppo facile e assolutorio spiegare la criminalizzazione dell’omosessualità chiamando in causa la miseria, l’ignoranza, la religione o la natura.

Quale natura? Non quella animale perché comportamenti omosessuali sono presenti in moltissime specie di animali. Un’altra natura forse, non so immaginare quale. La procreazione naturale forse che esige l’eterosessualità, ma che la sessualità abbia come unico scopo la procreazione lo diciamo noi, non la natura.

La miseria è sempre chiamata in causa in qualunque fenomeno d’inciviltà e certo non agevola alcun processo di crescita civile. Proprio per questo è quasi sempre una concausa e quasi mai quella speciale e specifica all’opera in un particolare fenomeno. La Nigeria, d’altra parte, sta oggi vivendo una sorta di “rinascimento economico”, e come la Nigeria altri paesi africani stanno economicamente emergendo.

Certo la religione ha un ruolo fondamentale nella condanna dell’omosessualità, ma forse non basta. Il panorama è infatti piuttosto variegato: nel nord della Nigeria a maggioranza islamica c’è la condanna alla lapidazione , nel sud del paese ci sono molti cristiani evangelici che non lapidano, ma nè protestano nè fanno nulla contro la persecuzione omosessuale.
Infine in Uganda che è un paese laico, e ciò vuol dire che la religione non detta legge, l’omosessualità è un crimine, crimine che in determinate circostanze comporta addirittura la pena capitale.

Non resta che l’ignoranza, ma l’ignoranza è davvero la meno colpevole se solo ieri i liberali e progressisti paesi dell’occidente processarono e condannarono Oscar Wilde per sodomia-omosessualità nella prosperosa Inghilterra.

E allora se la natura, la religione, la miseria e l’ignoranza contano tantissimo, , ma non del tutto, che altro c’è dietro tanta spietata determinazione nella condanna dell’omosessualità e tanta crudeltà nelle pene previste?
Quale paura si nasconde dietro questa condanna, che cosa si vuole eliminare, che cosa non si vuole incontrare?

Non riesco davvero a credere che il problema sia solo due uomini o due donne che fanno sesso, ci sono comportamenti sessuali quali il sado-masochismo, il voyeurismo, il feticismo o l’esibizionismo per i quali non credo ci siano pene così severe, o addirittura forse non ci sono proprio delle pene, in ogni caso non suscitano né tanta rabbia, né tanta condanna se l’evento non ci riguarda direttamente.

In più ho la sensazione, che se l’omosessualità fosse solo una “cosa da donne” non susciterebbe reazioni così violente.

Penso ai bambini un po’ solitari che preferiscono giochi quieti e tranquilli simili a quelli delle bambine che vengono ripresi e canzonati come “femminucce”, ce le hanno o non ce le hanno le “palle”; mentre le bambine che giocano a “calcio” e sanno bene come difendersi, sono applaudite come dei veri e propri “maschiacci”, qualcuno che nella vita saprà cavarsela. I primi deludono, le seconde rendono orgogliosi.

Nei paesi mussulmani avere più mogli non è reato, anzi da un certo punto di vista, il numero delle mogli è la testimonianza dell’opulenza dell’uomo che può permettersi di mantenerle.
E quando la poligamia era la norma, credo che in questi ginecei di mogli di un solo marito, facilmente potessero esserci tra alcune di loro rapporti intimi. Che si scoprissero o meno la cosa non faceva scandalo, niente d’importante.

E’ l’omosessualità maschile che fa paura, non quella che si svolge nelle segrete stanze che c’è sempre stata, ma quella che si manifesta alla luce del giorno e pretende di essere riconosciuta, è questa l’omosessualità che fa paura e si deve ad ogni costo cancellare.
Cosa svela, che minaccia rappresenta? Mi piacerebbe che quanti hanno l’occasione di leggere queste riflessioni, assolutamente personali, partecipassero con le loro risposte e opinioni.

Forse l’omosessualità maschile svela la fragilità del maschio, della mascolinità, forse ne incrina la volontà di potenza, perché se nella coppia uomo-donna, l’uomo è quello forte e potente e la donna quella debole e sottomessa o meglio ancora “messa sotto”, nel rapporto tra due uomini necessariamente uno sarà quello fragile e sottomesso, e l’altro quello forte e potente, o forse una volta lo è uno e un’ altra volta lo è l’altro.

Ma che confusione allora, niente è più chiaro e definito. Se ci possono essere uomini che naturalmente, senza vizio o deviazioni patologiche, sono gay, come fanno gli altri a essere sicuri di non correre tale rischio, e dove sta la forza, la potenza/potere, e il conseguente diritto di esercitarla?
Smette di essere una prerogativa del genere maschile e diventa una conquista solo individuale….



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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