Pensieri cupi

blackout2Il racconto di un paziente

Sera. Ora di cena. Sto mangiando con mia moglie e la nostra piccola  nel suo seggiolone appoggiato al tavolo e d’improvviso vengo colto da un pensiero che “mi si impone”:  il pensiero che potrei, così come ha fatto quello svizzero di cui parlano i TG in questi giorni, uccidermi.

E’ tale la paura di questo mio pensiero, che mi si drizzano i capelli e sento “freddo” e mi si chiude la bocca dello stomaco.
Non riesco più a mangiare. Mia moglie si accorge che c’è qualcosa che non va in me. Divento silenzioso e traspare da me inquietudine. Io però non voglio farle sapere quello che ho “sentito”.

 

Ho paura. Mi chiedo: “ma cosa mi sta succedendo”? Perchè questo pensiero? Tutto ad un tratto e di colpo? E poi, onestamente, mi dico che non devo mentirmi. Questo pensiero ce l’ho da tanto tempo, e ogni tanto riaffiora. Insomma, convivo da tanto tempo con questa paura. Per lo meno da quando ho iniziato a scoprire me stesso. Ci sono periodi in cui sono felice, su di morale, e non arriva, altri, in cui sono più cupo e giù di morale, in cui arriva e mi colpisce.

Poi faccio passare la serata. Guardiamo un film, mettiamo a letto la piccola. Andiamo a letto anche noi e mi addormento. Però rimane un sottofondo in me di tensione e la domanda “Perché questo pensiero?” rimane dentro di me.

Allora è come se mi accorgessi che c’è qualcosa che devo affrontare, una domanda che mi fa paura. Un orizzonte che cerco di evitare e di schivare. Sono felice? Sto bene? E la risposta è che, seppure stia vivendo un periodo di forte stanchezza e di stress, perché il lavoro non mi dà particolari soddisfazioni; la piccola che ha due mesi ci sta costringendo a cambiare radicalmente i nostri ritmi di vita e i nostri faticosamente raggiunti equilibri di coppia; nonostante questo e nonostante mi stia ancora sforzando attraverso anche l’aiuto della mia analista di trovare una dimensione di maggiore tranquillità e consapevolezza, in fin dei conti, sto vivendo la vita che voglio.

Quindi “perchè questo pensiero”? E’ inquietante. Mi spaventa. Davvero, tendo alla morte? E’ come se ci fossero due “me stesso”. Proprio ora in cui sto trovando un equilibrio nuovo nella mia vita, finalmente libero dalle inibizioni e dai divieti con cui ho sempre convissuto, da quando mi ricordi, proprio ora questi pensieri di morte…
E’ strano. E mi inquieta. Cosa devo fare? Vorrei scavare. Vorrei capirmi di più, vorrei in maniera titanica, scoprire perché. Ma allo stesso tempo ho paura. No voglio solleticare un equilibrio che secondo me si regge ancora malfermo sulle gambe e rischia di crollare.

cosa devo fare?



Psicologa Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Daniela Grazioli

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